sabato 12 luglio 2008

Presentazione a Pescara (Giovedì 17 luglio ore 22.30)

XIII RASSEGNA EDITORIA ABRUZZESE (Pescara 16-22 luglio)
P.zza SALOTTO • PESCARA

Giovedì 17 luglio ore 22.30

Presentazione del libro LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI di Emiliano D'Alessandro

Edizioni SOLFANELLI

Presenterà Francesco Blasi, con la presenza dell'Autore e dell'editore Marco Solfanelli

domenica 22 giugno 2008

«Così sono sopravvissuto all'eccidio di Cefalonia»

il Centro — 22 giugno 2008 pagina 01 sezione: CHIETI


FILETTO. Dopo 65 anni Filetto l’ha abbracciato, con la simpatia e la comprensione dovute a un incolpevole condannato alla pena capitale, infine graziato da un errore del plotone di esecuzione. Il dramma a lieto fine di Salvatore Di Rado, reduce miracolato dell’eccidio di Cefalonia, è ritornato alla popolarità cinque anni dopo la scoperta della singolare storia del giovane soldato della divisione Acqui del Regio esercito massacrata dai tedeschi nel vortice che seguì all’8 settembre 1943, il giorno dell’armistizio. Nel 2003 la rese pubblica per la prima volta lo scrittore Emiliano D’Alessandro, filettese doc, e l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi nominò Di Rado cavaliere della repubblica. L’altro ieri sera, è stata la volta del romanzo «La collina dei fuochi fatui», nato dalle interviste che portarono alla luce la rocambolesca salvezza di Di Rado, il protagonista del volume edito da Solfanelli di Chieti. Con la presentazione del libro all’ex Sepolcro, il paesino ha conosciuto nel 92enne concittadino un uomo dai trascorsi passati per il crocevia della storia italiana del XX secolo, «un filettese importante forzato al silenzio dall’indifferenza che ha circondato fatti e persone al centro delle sofferenze recate dall’ultimo conflitto mondiale», ha spiegato D’Alessandro, esordiente ma già «caso» editoriale nazionale per aver rappresentato i fatti di Cefalonia con la formula del romanzo storico. L’accoglienza a Di Rado l’ha preparata il Comune con atmosfere dei tempi di guerra e letture con sottofondo di chitarra dei comunicati radiofonici dall’arresto di Mussolini all’annuncio dell’armistizio intercalati con pagine scelte del romanzo, un’idea dell’assessore alla cultura Severino Ranieri messa in scena dalle musiche di Marco Tartaro con le voci di Francesca De Vincentiis e Andy Micozzi. L’autore e l’editore, Marco Solfanelli, hanno commentato insieme al vice sindaco Manola Rosato il quadro storico e letterario del romanzo, ma il protagonista è stato lui, per tutti il Salvatore di sempre ma da oggi con un inatteso carico di sofferenza che nel racconto ha finalmente trovato sfogo. «A Berlino, dopo la guerra, il processo ai criminali che decisero di sterminarci finì con una sentenza incredibile: noi eravamo traditori e vigliacchi, per aver puntato le armi contro i nostri alleati», ha detto agitando le mani nodose, segno di una vita trascorsa al lavoro nei campi. E in Italia ci è andata forse peggio, perché lo Stato non ha ancora, se mai lo farà, riconosciuto la nostra azione di guerra, l’attacco ai tedeschi dopo il proclama di Badoglio. Le associazioni, compresa quella della divisione, per decenni hanno raccolto denaro per i monumenti alla memoria senza però fare niente per riabilitare la nostra dignità di combattenti e patrioti», ha urlato tra gli applausi in sala. Un cenno alla copertina di Tanino Liberatore, l’abruzzese oggi nel gotha francese del fumetto e della grafica, l’ex soldato l’ha fatto ricordando con crudezza il silenzio seguito alle raffiche delle mitragliatrici tedesche. «Mi drizzai tra i cadaveri dei miei compagni e scoprii che ero vivo tra montagne di corpi qua e là, e un odore di sangue. Voi non potete sapere cosa significa, ma io oggi sto vivendo tutto quello di cui stiamo parlando, e che nel libro è descritto per filo e per segno». Compreso il viaggio interminabile della pallottola destinata al soldatino miracolato, un fermo-immagine di parole che apre il romanzo.

Francesco Blasi

giovedì 19 giugno 2008

Presentazione a Filetto (Venerdì 20 giugno, ore 21,00)

Appuntamento Venerdì 20 Giugno alle ore 21,00 presso la Sala Comunale "ex sepolcro" nel centro storico di Filetto (CH).


COMUNICATO STAMPA / INVITO

Venerdì 20 Giugno p.v. alle ore 21,00 presso la Sala Comunale "ex sepolcro" nel centro storico di Filetto (CH), si terrà la presentazione del libro "La collina dei fuochi fatui" di cui è autore il concittadino Emiliano D'Alessandro.

L’iniziativa è nata dall'Amministrazione comunale di Filetto, per iniziativa del Sindaco Nicolino D’Alessandro e dell’Assessore Severino Ranieri, con la collaborazione dello stesso autore del libro e dell’editore Solfanelli di Chieti, entrambi presenti per l’occasione. Il programma della serata prevede, inoltre, la presenza del protagonista del romanzo,Salvatore Di Rado, uno dei pochi superstiti viventi della tragedia dell’isola di Cefalonia consumatasi nello scenario della 2^ guerra mondiale subito dopo l’8 settembre 1943.
Emiliano D’Alessandro, attraverso una narrazione concreta, nel suo romanzo racconta l’oscura tragedia che ha visto come protagonisti dodicimila ragazzi del nostro regio esercito, i “figli di mamma” della Divisione Acqui del generale Antonio Gandin stanziata sull’isola di Cefalonia in Grecia.
Il racconto diventa, quindi, un affascinante reportage sul nostro passato, un’utile retrospettiva per mettere a fuoco un avvenimento che attende ancora di definire il proprio ruolo nella storia di quegli anni, ma anche la vicenda personale e umana di Salvatore Di Rado, ancora troppo giovane per morire, forse l’unico “superstite fucilato” della seconda guerra mondiale, testimone della propria odissea illuminata da un imprevisto amore tormentato, da un’amicizia che si consolida giorno dopo giorno e dalla visione di luoghi incantati.
La presenza a Filetto del protagonista del romanzo, del suo autore e dell’editore, conferiscono a questa serata di presentazione un fascino particolare, che sarà sottolineato dalla lettura di alcuni brani del libro e dagli interventi degli ospiti per un dibattito aperto anche al pubblico presente.

venerdì 13 giugno 2008

RECENSIONE di Maria Francesca Calvano

Dentro la busta gialla e rettangolare che trovo distesa sulla scrivania, al mio ritorno a casa, c’è La collina dei fuochi fatui. Un libro col titolo in blu e due fasce rosse che corrono lungo i bordi verticali per congiungersi solo in fondo alla copertina, tramite quella scia informe di sangue ch’è l’unica nota di colore di un bellissimo disegno di Tanino Liberatore. Sì, sangue. Perché quella raccontata in questo libro è una storia di guerra e di morte, ricordata sui libri come l’“eccidio di Cefalonia”: una strage immane. Sull’isola greca, nel settembre 1943, migliaia di italiani morirono ammazzati dai tedeschi per l’ansia di punire quei “traditori” che avevano firmato l’armistizio con gli anglo-americani.
Ma, inaspettatamente, questa è anche una storia di salvezza, di buona sorte, di vita. Ed è, sebbene nota, una storia mai raccontata. Mai raccontata così come lo fa l’autore, Emiliano D’Alessandro. Tutto ciò che dobbiamo sapere dal punto di vista storico a proposito di quei terrificanti giorni sull’isola, che per la Divisione Acqui saranno gli ultimi, si può ritrovare nelle pagine de La collina di Cefalonia, ma soltanto tra le righe di un libro che è soprattutto un diario. Quello di un uomo, Salvatore Di Rado, che, ormai novantenne, racconta ad un giovane giornalista come la sua vita finì per finzione a Cefalonia il 21 settembre 1943.
Lui, morto fucilato per tutti, per i tedeschi innanzitutto, che l’avevano messo in fila con i suoi compagni italiani davanti al plotone d’esecuzione e gli avevano sparato. Quella pallottola che, nelle primissime pagine, vediamo fendere l’aria, nella descrizione al rallentatore dei pensieri di Salvatore Di Rado un istante prima degli spari, avrebbe dovuto penetrare il suo torace. Un’altra avrebbe dovuto colpirlo alla testa, e allora sarebbe stata davvero la fine. Due colpi sparati dai fucili dei tedeschi, puntati contro bersagli inermi come al luna park, annientarono infatti l’intera Divisione Acqui. Morirono tutti i suoi soldati. Morì l’omone al fianco di Salvatore Di Rado, il martire senza nome che, con la sua stessa enorme stazza, gli fece involontariamente da scudo, salvandolo dalle pallottole dei tedeschi. Morirono tutti, attorno. Ma non lui.
Salvatore Di Rado muore sì, ma per finta. Riverso sui cadaveri dei compagni, ufficialmente è morto. E morire senza morire significa aver salva la vita. Significa fuggire, lasciare quel posto di morte rimanendo ancorato all’esistenza, significa sporcarsi gli stivali, sentire caldo, freddo, fame, sete, il dolore di una ferita. Significa vivere e, soprattutto, diventare un testimone. Poter raccontare ciò ch’è stato, sessant’anni dopo. E la penna che raccoglierà i ricordi apparterrà ad Emiliano D’Alessandro.
L’autore avverte il peso della storia che ha tra le mani. Raccontare e leggere questa vicenda individuale e insieme collettiva, singola nel suo carattere universale, unica e globale, significa aprire uno scrigno che sarebbe dovuto rimanere sigillato per sempre, nascosto in eterno sotto la terra che copriva i martiri di Cefalonia, sotto la cenere dei loro corpi bruciati. Significa conoscere e prendere coscienza di un orrore inconcepibile come lo è ogni massacro, recuperare una pagina strappata dal libro della memoria della quale non sarebbe dovuta rimanere traccia ma che, inaspettatamente, miracolosamente, finisce per emergere dalla storia. Ed Emiliano D’Alessandro sceglie consapevolmente di farsene testimone: egli s’avvicina alla storia di quell’uomo consumato dal tempo e dal dolore con lo spirito di giornalista e finisce per trascrivere le sue parole con l’animo di uomo.
L’atmosfera della narrazione è quella intimistica, delicata del ricordo. Salvatore ed Emiliano ne vivono i momenti più drammatici e più dolorosi davanti al fuoco calante del caminetto di casa di Salvatore. Trascorsi pomeriggio e sera a raccontare, i due si ritrovano a parlare in piena notte, fumando un sigaro nella calda calma domestica. In un dialogo mai interrotto, il vecchio e l’autore ripercorrono insieme per ore gli eventi vissuti a Cefalonia. E a me, lettrice, pare di sedere davanti a quel caminetto, ai piedi di quell’uomo e della sua storia. Nelle parole di Salvatore il terrore davanti al plotone d’esecuzione, lo stupore della salvezza insperata, la fuga dalla morte. E poi l’angoscia della solitudine, il sollievo dell’incontro, la meraviglia di sapere che un altro soldato italiano è scampato incredibilmente alla morte, esattamente come lui, e che porta il suo stesso nome: Salvatore. E poi di nuovo la fuga, il dolore. E infine la vita, il lavoro. L’amore per Maria.
Una storia così straordinaria, la sua, che, se non fosse accaduta realmente, sembrerebbe la trama di un romanzo, e quella di Emiliano D’Alessandro narrativa fantasiosa. Invece il libro è un album di vecchie fotografie, una scatola di ricordi di ciò ch’è realmente stato, sessantacinque anni fa. E l’autore consegna questa storia, vivida e vera, alla memoria di noi tutti. Nonostante la tragedia non mi riguardi se non come italiana, devo confessare che è stato difficile andare avanti con la lettura e provare ad immaginare, via via, la rabbia, il dolore, l’impotenza che può aver provato un uomo nel vivere quegli eventi in prima persona. Tuttavia l’autore mi ha letteralmente trascinata nella storia, con una prepotenza tale da costringermi a leggerla in una sera, tutta d’un fiato. E a non dimenticarla.

Maria Francesca Calvano

http://streetjournalist.wordpress.com/2008/06/13/la-collina-dei-fuochi-fatui/

domenica 18 maggio 2008

Presentazione a Giulianova (Venerdì 23 Maggio, ore 21,30)

Circolo virtuoso
Il nome della Rosa
Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a
Venerdì 23 Maggio, ore 21:30
Presentazione del romanzo storico
di Emiliano D'Alessandro
LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI
Edizioni Solfanelli
a cura di Walter de Berardinis
con la partecipazione del giornalista Francesco Blasi, dell'Autore e dell'Editore

martedì 13 maggio 2008

NON SOLO PER RICORDARE. Recensione di Renzo Montagnoli

La tragedia dell’eccidio della Divisione Acqui avvenuto a Cefalonia nel settembre del 1943 è una vicenda tristemente nota, oggetto di diversi studi storici che, pur nella loro completezza, non sono riusciti forse a cogliere l’autentico dramma di chi, considerato dai tedeschi traditore, fu lui stesso tradito dagli artefici di quell’armistizio che rappresenta una delle pagine più vergognose nella storia del nostro paese.
Si può parlare in tanti modi di un evento, anche attraverso un romanzo, ed è quello che ha fatto Emiliano D’Alessandro con quest’opera necessaria non solo per ricordare, ma anche per riconfermare quali sono gli autentici valori della vita.
Forse il paragone con le grandi opere di narrativa aventi come tema la guerra può apparire un po’ azzardato, ma sta di fatto che dopo la lettura di queste pagine si ha una visione, emotivamente coinvolgente, degli orrori presenti in ogni conflitto, resa tanto più pregnante dal sentimento di pietà del protagonista nei confronti dei nemici. Infatti in lui non c’è odio, ma solo indignazione per l’istinto bestiale degli uomini.
Fra l’altro, il personaggio principale, Salvatore Di Rado, è stato veramente coinvolto nella strage di Cefalonia e nell’occasione riuscì a sopravvivere alla fucilazione, che occupa le prime pagine del libro, un’esperienza agghiacciante raccontata con grande abilità e che riesce a renderci presenti di fronte al plotone di esecuzione.
Il romanzo, poi, si evolve in una lunga intervista di un giornalista (Emiliano D’Alessandro) appunto al superstite, una continua serie di passaggi fra quel lontano passato mai dimenticato e il presente, il tutto in una notte.
Ciò che stupisce maggiormente però in questa narrazione sobria, asciutta, mai incline alla retorica, sono le osservazioni, le riflessioni del protagonista sulla vita che condusse, fino alla liberazione, con gli abitanti di uno sperduto paese di Cefalonia, ex nemici che non esitano ad aiutarlo, con quella semplicità e con quel senso della carità che sono proprie di comunità immuni dalla civiltà occidentale votata al denaro.
Troviamo così uno spaccato di esistenza dove l’uomo è parte paritaria con la natura e dove i valori fondamentali di ogni società non hanno avuto modifiche, proprio perché lì il progresso del XX secolo non è arrivato.
Si può dire che questo contatto con una realtà diversa, con una dimensione più umana, fa rinascere un’altra volta Salvatore Di Rado. Stupito da una vita in cui i rapporti con i propri simili sono prioritari e improntati a uno spirito di mutuo soccorso, il protagonista si integra con entusiasmo nella comunità e a malincuore la lascia quando finisce la guerra. Porterà, però, sempre con sé il ricordo di un’isola che se ha visto la barbarie, gli ha però anche consentito di ritrovare la fiducia nel genere umano. Quella piccola comunità è diventata ormai un suo patrimonio e ciò che ha appreso si è radicato talmente in lui dall’aver sempre condotto successivamente l’esistenza con lo stesso spirito.
La collina dei fuochi fatui è un romanzo di eccellente livello, piacevolissimo da leggere, tanto che ne raccomando vivamente la lettura.

Renzo Montagnoli

http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/romanzi-storici/la-collina-dei-fuochi-fatui/

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=3591

lunedì 12 maggio 2008

Presentazione a Pescara (Sabato 17 Maggio, ore 18:00)

LIBRERIA FELTRINELLI
Corso Umberto I n. 5 - PESCARA
Sabato 17 Maggio, ore 18:00
Presentazione del romanzo storico
di Emiliano D'Alessandro
LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI
Edizioni Solfanelli

a cura di Francesco Blasi

con la partecipazione dell'Autore e dell'Editore

venerdì 9 maggio 2008

RECENSIONE di Antonella Santarelli

Non è solo un racconto contro la guerra: è un inno alla vita liberata dai fantasmi della guerra.Salvatore, un abruzzese forte e gentile, rievoca, a sessant’anni di distanza dai fatti, la sua avventura in terra di Cefalonia, stupenda isola greca. Nell’arco della notte che Salvatore dedica ai suoi ricordi perché non se ne perdano traccia, il giovane cronista, destinatario del racconto, rimane profondamente suggestionato dai profumi e dalle immagini dell’isola, bagnata dal magico Ionio e riscaldata dal sole del Mediterraneo. Isola che ospitò, durante la seconda guerra mondiale, la Divisione Acqui, composta da dodicimila italiani giustiziati barbaramente dai tedeschi. I giovanissimi militari, al momento dell’armistizio firmato da Badoglio, si trasformarono, agli occhi degli ex alleati del Duce, in vili traditori da passare alle armi, corollario dell’infame legge sottesa alla guerra, ancora oggi ritenuta mezzo idoneo per la (falsa) risoluzione dei problemi. Immaginate, sul verde di una collina soprastante il mare azzurro, i volti dei soldati ventenni abbracciati l’uno all’altro, secondo l’orrendo copione delle esecuzioni; immaginateli nell’istante che guardano in faccia la morte mentre attendono per alcuni indefinibili secondi lo sparo che porrà fine alla loro esistenza. Le emozioni del giovane Salvatore, uno dei dodicimila uomini della sfortunata Divisione Acqui, coinvolgono l’autore al punto tale che egli riesce a trasmettere molto bene al lettore l’empatia provata. Stile discorsivo raffinato e continui colpi di scena rendono il libro un autentico capolavoro e rivolgo a Emiliano D’Alessandro i migliori auguri per un successo pienamente meritato.

Antonella Santarelli

http://forummediterraneoforpeace.it.forumfree.net/?t=27010969&view=getlastpost#lastpost

lunedì 5 maggio 2008

Presentazione a Chieti (Sabato 10 Maggio, ore 18,00)

LIBRERIA DE LUCA
Chieti - Via C. de Lossis n. 12

Sabato 10 Maggio, ore 18:00

Presentazione del romanzo storico
di Emiliano D'Alessandro
LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI
Edizioni Solfanelli

con la partecipazione dell'Autore e dell'Editore

domenica 13 aprile 2008

Presentazione a Montesilvano (Sabato 19 Aprile, ore 18,00)

Libreria Book Café
Montesilvano - Via Vestina n. 130
Tel. 085 4680949
http://www.bookcafe.it/

Montesilvano, Sabato 19 Aprile 2008 - Ore 18,00

Presentazione del romanzo storico di Emiliano D'Alessandro
LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI
Edizioni Solfanelli

a cura di Francesco Blasi

con la partecipazione dell'Autore e dell'editore Marco Solfanelli

http://www.edizionisolfanelli.it/collinafuochifatui.htm

lunedì 31 marzo 2008

Novità editoriale: LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI

Emiliano D’Alessandro, attraverso una narrazione concreta, racconta l’oscura tragedia che ha visto come protagonisti dodicimila ragazzi del nostro regio esercito, i “figli di mamma” della Divisione Acqui del generale Antonio Gandin stanziata sull’isola di Cefalonia in Grecia. Era il mese di settembre del 1943 quando si doveva decidere se cedere le armi ai tedeschi o “resistere” per onorare la Patria: prevalse l’idea che “sull’arma si cade ma non si cede”, e così avvenne!
Un affascinante reportage sul nostro passato, un’utile retrospettiva per mettere a fuoco un avvenimento che attende ancora di definire il proprio ruolo nella storia di quegli anni, ma anche la vicenda personale e umana di Salvatore Di Rado, ancora troppo giovane per morire, forse l’unico “superstite fucilato” della seconda guerra mondiale, testimone della propria odissea illuminata da un imprevisto amore tormentato, da un’amicizia che si consolida giorno dopo giorno e dalla visione di luoghi incantati.
Attraverso il protagonista, simbolo della gioventù sacrificata, abbandonata e infine dimenticata, il romanzo rievoca la storia italiana e una guerra sciagurata che il mondo sembra aver voluto dimenticare. Una singolare narrazione dove ogni vicenda ne ingoia un’altra, per poi precipitare e ribollire tutte insieme nel calderone caricaturale della storia ormai defraudata da un qualunquismo dilagante.
Un testo coinvolgente, che risveglia la coscienza civile, a tratti brillante e ironico, ma soprattutto un atto di verità che ricostruisce da un’angolazione inedita una tragedia mai abbastanza indagata.


Emiliano D'Alessandro (1973), giornalista e scrittore. Vive in Abruzzo, a metà tra il mare Adriatico e la maestosa Maiella. Collabora con riviste e quotidiani ove ha pubblicato centinaia di articoli di denuncia e insegna Lingua e Cultura Italiana agli stranieri.


Emiliano D'Alessandro
LA COLLINA DEI FUOCHI FATUI
Edizioni Solfanelli, Chieti 2008
[ISBN-978-88-89756-35-5]
Pagg. 160 - € 12,00
Copertina di Tanino Liberatore