martedì 31 marzo 2009

La collina dei fuochi fatui: Recensione di Gian Paolo Grattarola (Mangialibri.com)

Sono trascorsi oltre sessant’anni da quei fatidici giorni. Oggi Salvatore Di Rado è un uomo avanti con gli anni, con un’espressione sorniona e serena, un sorriso eccentrico stampato sul volto. Vive insieme con la moglie ritirato nella campagna abruzzese dove l’oggi è costituito, più che da eventi reali, da un intersecarsi di ricordi di cui non si è mai liberato. Il pesante fardello di un veterano di guerra, spedito sul fronte greco nel ’37 e rientrato nel ’44, che è stato testimone diretto di una delle pagine più dolorose della storia d’Italia, quella relativa alla strage di Cefalonia. Passato per le armi, ma miracolosamente sopravvissuto ad una fucilazione da parte dell’esercito tedesco, Salvatore avverte ora l’incombente necessità di rendere noti fatti troppo a lungo occultati. Quel giovane cronista locale, alla ricerca di maggiore visibilità professionale e che siede alla sua tavola, gustandosi le succulente portate cucinate dalla moglie e del buon vino prodotto in casa, costituisce l’opportuna cassa di risonanza per lasciare affiorare spezzoni inediti di una dolorosa vicenda storica tutt’ora non chiarita….
Pur rivelando elementi nuovi e un’inedita chiave interpretava, La collina dei fuochi fatui non è un trattato storico e non intende accreditarsi come un autorevole contributo al dibattito storiografico, ancora aperto, sulla tragica vicenda di Cefalonia, stupenda isola della Grecia, dove migliaia di valorosi soldati italiani furono massacrati senza pietà dopo la resa, dalle truppe tedesche, in seguito alla firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943. Ma è piuttosto un appassionante libro di memorie, che il giornalista abruzzese Emiliano D’Alessandro raccoglie da un vecchio superstite che ne fu vittima, trasponendole in un romanzo asciutto e scorrevole che si legge tutto d’un fiato. Il lettore entra nella storia e si lascia catturare dall’atmosfera coinvolgente di un racconto che riesce a trasmettere tutto nel modo giusto: odori, sapori, emozioni. D’Alessandro costruisce dunque un romanzo serrato che unisce alla precisione della ricostruzione storica, la capacità di scandagliare la sofferta umanità di un personaggio sopravvissuto ad un tragico destino.

Gian Paolo Grattarola

http://www.mangialibri.com/node/4003